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Strade Perdute: un caso di femminicidio

La caratteristica essenziale dell’assetto narcisistico di personalità consiste nell’indifferenza verso la relazione oggettuale. Il narcisista non riconosce l’esistenza dell’altro. Quest’ultimo serve al soggetto per mantenere l’illusione di poter fare a meno di qualunque oggetto. Così tra i due membri della relazione narcisistica scorre una comunicazione “vuota”, un discorso che non trasmette niente. Detto in altri termini, il narcisista ha relazioni con oggetti-sè, in quanto non instaura una vera relazione con l’altro, ma lo usa per l’utilità che esso può avere per la propria identità e per il sostegno della sua autostima. Vi è insomma un’indifferenza verso l’alterità e un mancato riconoscimento dei suoi diritti. L’altro è lì per essere usato dal narcisista per i suoi bisogni. D’altro lato, l’essenza del modo perverso di relazione o perversione relazionale – consiste proprio nel trasformare la relazione d’oggetto in relazione di potere, nel disconoscere i diritti dell’altro, nell’usarlo a proprio piacere.

Nel corrompere la relazione per ottenerne il controllo.


Un esempio di questo tipo di relazione:


Parlando del film "Strade Perdute" di David Lynch, il protagonista Fred, nella prima parte del film, viene ferito narcisisticamente dalla moglie Reneè più volte. Innanzi tutto alimentando in lui il sospetto del tradimento, per cui l’oggetto-sè necessario al proprio rifornimento narcisistico non è più esclusivamente suo. Successivamente durante un rapporto sessuale, quando la moglie lo consola a causa della sua impotenza nel compiere l'atto sessuale e quindi della sua assenza di potere e di dominanza nel rapporto intimo tra i due. Nel film compaiono delle cassette che riprendono la casa. Inizialmente appaiono come perturbanti, esprimono l'idea che sia accaduto qualcosa di terribilmente familiare e noto ma non conosciuto. Nell’ultima videocassetta Fred uccide la moglie in modo cruento. Questa scena ricorrerà più volte nel film come uno squarcio che, a mio avviso, rappresenta la ferita narcisistica del protagonista. Fred subisce una metamorfosi, diviene altro da sè e si trasforma in Pete. Ad avvalorare l'impossibilità di possedere totalmente l’oggetto d’amore della moglie, alla fine del film, in un rapporto d’amore diammetralmente opposto, si manifesta l’illusione del potere di Pete (alias Fred) verso Alice (alias Reneè). Pete afferma più volte ad Alice “ti voglio”, ma dopo alcune insistenze lei risponde “non mi avrai mai”. A quel punto Pete si trasforma nuovamente in Fred.

Joyce McDougall in “Teatri dell’Io” afferma che Narciso pervaso di inadeguatezza e vergogna lotta incessamente per un teatro dell’Impossibile. Di questo, a mio avviso, si tratta il film. Di questo, si tratta negli accadimenti cruenti che accadono nei casi di femminicidio. Di un grandissimo teatro dell’impossibile, evocato costantemente dagli eventi di Fred ma anche dalle immagini del film che si aprono come tende di un teatro fin dal rosso dei drappeggi della camera da letto di Fred e Reneè.

Il teatro dell’Impossibile della McDougall rivela una sofferenza di natura estesa, una sofferenza che rende dolorose e difficili le relazioni sociali e che lascia le persone ferite e confuse. Noi riusciamo a fasciare le ferite inferte alla nostra integrità narcisistica dalla realtà esterna cercando di adattarci ad essa. Questi soggetti non riescono a compiere tale operazione. Il fallimento, continua la McDougall, del tentativo di escogitare modalità accettabili per trasformare desideri impossibili in soddisfazioni sostitutive può creare una grave frattura nella struttura psichica, conducendo a un profondo disturbo narcisistico. Nel caso di Fred, forse il fallimento dell’illusione di poter controllare i pensieri e le azioni di Reneè, la moglie. Fred, però, si spinge oltre. Gurdandosi allo specchio, in una scena iniziale del film, viene avvolto da una nube densa e in un corridoio scuro diviene altro da sé fin da subito (premedita l'uccisione dell'oggetto sè). Qui, essendo all’interno del teatro dell’impossibile, avviene un fallimento delle difese narcisistiche che fino a quel momento gli hanno concesso di non dirigersi verso uno scompenso psicotico. La McDougall fa come esempio di questo esito più grave della personalità narcisistica con quella particolare disorganizzazione della realtà chiamata allucinazione. La trama psicotica si svolge intorno all’incessante lotta per il diritto di esistere, tant’è che Fred non rinuncia alla sua esistenza e si trasforma in Pete. Quando si alza il sipario sulla scena psicotica “abbiamo l’impressione che il direttore di scena abbia distrutto lo scenario e stia invece permettendo al pubblico di assistere al disordine del retroscena. Poichè mancano le battute coerenti degli attori (…) restiamo spesso sconcertati dalla storia che ci viene presentata. Le trame psicotiche, come quelle nevrotiche, sono fatte di parole e idee, ma il significato delle parole è stato riorganizzato in un modo così privato che è difficile afferrare il loro significato profondo”.


Ecco perché ad oggi rimaniamo inspiegabilmente interrogati da tanta crudeltà.


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L'io psicotico crea una nuova realtà al di fuori di ogni interrogativo o dubbio; un mondo nel quale gli sembra ancora possibile vivere tentando di proteggere la sua pelle psichica, un mondo dove potrà conservare intatti i baluardi tanto permeabili del suo edificio identificatorio, un mondo dove potrà contenere al meglio la mortificazione narcisistica e la rabbia (...). Alla ricerca di sicurezze, inventa di sana pianta le prove dell'impossibile in modo da regolare i conti con i propri oggetti: vuole provare a sè stesso che è ancora in tempo a cancellare il passato, a rifarlo con un'altra conclusione più conforme agli obiettivi narcisistici "

(Joyce McDougall, 1987 pp 38)


Un abbraccio Giulia


Breve trama del Film:


Fred è un musicista Jazz convinto che sua moglie Renee lo stia tradendo. In seguito alla morte misteriosa della donna, il giovane viene accusato d'omicidio ma l'uomo non riesce a ricordare assolutamente nessun dettaglio del crimine e finisce in prigione. Pete è invece un meccanico invaghito della bella Alice, la quale teme la vendetta di Laurent, un famoso boss della mafia

 
 
 

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Alessandro Esposito Psicologo

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